Antonino Calabrò è nato il 18 ottobre del 1957 a Sant’Alessio in Aspromonte, un piccolo paesino arroccato sulle montagne in provincia di Reggio Calabria.

A 18 anni decide di recarsi a Padova per frequentare la facoltà di medicina dove si laureerà nel 1982.

Dopo aver conseguito la specializzazione in urologia e farmacologia presta servizio presso l’ospedale di Padova che lascerà nel 2003 per diventare primario di urologia ad Este dove tutt’ora dirige il reparto.

Ma vi basti sapere questo: Antonino Calabrò è un medico, che vive a Padova con sua moglie Eliana e i suoi due figli Rocco e Andrea e nel tempo libero si diverte a collezionare ceramiche kitsch.

 

Mi ricordo ancora che io fui complice di mio padre quando quella domenica mattina ci recammo a Piazzola e io non opposi resistenza al suo acquisto di quattro paralume in ceramica color grigio topo,decorati da danzatrici giapponesi;Una sorta di pugno nell’occhio, tanto che la stesa venditrice rimase sorpresa che qualcuno comprasse alcuni di quegli oggetti solitamente posti in un angolo o addirittura per terra, tanto che poco mancò che chiedesse <Ma è proprio sicuro di volerli comprare?>

Chi mai avrebbe immaginato che da quel giorno sarebbe sgorgato il primo affluente del mare magno di “cozzaglie” che ormai infestano tutta la casa a partire dalla cucina fino ad arrivare in salone??Ora, vi starete di sicuro ponendo il quesito :<perché una persona dotata di un minimo di ragione dovrebbe comprare una serie infinita di oggetti in disuso e senza alcuna valenza estetica o economica?>.

La risposta è molto semplice:< Proprio perché nessuno li comprerebbe mai >. È questo il motivo che spinse e che spinge tutt’ora mio padre ad acquistare ceramiche definite in termini tecnici: “kitsch” ; Termine deriva dal tedesco e significa: “oggetto di cattivo gusto” e che delinea perfettamente questa collezione .

 

Ma qual è il canone del buon gusto?È sicuramente qualcosa di soggettivo che non può essere scandagliato con l’oggettività.Ciò non toglie che probabilmente nessuno definirebbe mai queste ceramiche kitsch “belle”, neppure mio padre stesso che le colleziona e la cui mansarda ormai è occupata da più di 2000 pezzi definiti da lui stesso “delle schifezze che non possono costare più di quindici euro”.

E come dargli torto!? Sicuramente questi pezzi a primo impatto piuttosto che suscitare una sorta di ammirazione,suscitano il riso e in casi più estremi il disgusto. Ma prese complessivamente non sono poi così male; Di certo non belle ma diciamo pure….carine.

 

Spesso una critica che si muove nei confronti del kitsch è la mancanza di originalità. Ma di originalità ce ne vuole molta per creare un pinguino con il papillon e un bastone da passeggio in mano e accentuare il tutto con variopinti colori sgargianti, oppure un water salvadanaio, e se non originalità per lo meno coraggio E così all’idea della collezione seguì l’idea del libro intitolato “Le ceramiche perse”. “Perse” perchè probabilmente sono reperibili solo nelle case dei propri nonni, o in qualche bancarella, ma ormai,questa seconda opzione, non è più conveniente dato che, dopo i continui acquisti di mio padre, probabilmente i venditori increduli si sono illusi di un nuovo interesse per quelle ceramiche che un anno fa’ vendevano a dieci euro e che adesso toccano la soglia vertiginosa dei sessanta!

 

Ma l’intento che sicuramente spinge mio padre è quello del gioco; divertirsi nel avere in salotto stampe di un metro per uno e mezzo di una donnina con il vestito rosso e le labbra enormi, o quelle di un pesce con l’orologio nel petto; divertirsi nell’osservare le facce straniate di tutti quelli che visitano la sua mansarda definita a pieno titolo “la caverna di Alì Baba” (R.Ausenda), oppure nel sfogliare il libro e vedere tutti i suoi pezzi descritti catalogati, quando,qualsiasi persona,trovandoseli in mano non esiterebbe a scagliarli dalla finestra piuttosto che catalogarli; compiacersi nel aver trovato qualcuno che ha preso sul serio la sua collezione e ha edito un libro;

Nel vedere le foto delle ceramiche in internet e sapere che qualche altro “curioso” le andrà a visitare;

Poter dire a tutti quelli, compresa l’intera famiglia e gli amici :”vedi forse poi non era un’idea così stupida” oppure “forse non sono l’unico a trovare queste ceramiche fantastiche”.